domenica 5 dicembre: Basta violenza sulle donne

La violenza di genere ed in particolare gli omicidi perpetrati da partners hanno assunto negli ultimi anni delle proporzioni allarmanti ed ormai non c’è giorno che passi senza dover leggere di un ennesimo caso di cd. “femminicidio“.
Ci sono da scardinare molti luoghi comuni e stereotipi che, uniti ad una dose di rabbia e frustrazione presente in molti esseri umani, rappresentano un mix pericolosissimo.
“La Panchina rossa” si inserisce in questo contesto ed è diventata simbolo dell’attività di comunicazione e di sensibilizzazione lanciata dagli Stati Generali delle Donne volta a dare voce alle azioni di contrasto intraprese contro la violenza sulle donne ed in favore di una cultura di parità.
Una donna uccisa lascia un vuoto che non può essere dimenticato. La sedia rossa, colore del sangue, è diventata il simbolo del “posto occupato”: quello dove si sono sedute tante volte l’amica, la mamma, la moglie portate via dalla violenza. La sedia , diventa panchina esce allo scoperto , un simbolico che vuole spostare l’ attenzione sul fenomeno fuori dalle mura domestiche(dove si perpetua la violenza) in luoghi pubblici e simbolici.
Le iniziative simboliche se partecipate e condivise possono diventare gesti quotidiani il “simbolo” del resto ha proprio la funzione di veicolare un significato, in maniera più diretta ed eclatante, così da raggiungere il maggior numero di persone possibile.
Il fenomeno della violenza sulle donne ha radici culturali profonde: oggi come ieri, la matrice della violenza contro le donne può essere rintracciata nella disuguaglianza dei rapporti tra uomini e donne e non è, dunque, un caso, che la stessa Dichiarazione adottata dall’Assemblea Generale dell’Onu parli della violenza di genere come di “uno dei meccanismi sociali cruciali per mezzo dei quali le donne sono costrette in una posizione subordinata rispetto agli uomini” tale fenomeno , pertanto, può essere scardinato solo se la comunità tutta si impegna affinché la cultura del rispetto e della convivenza civile diventi cultura universale.